A pochi mesi dall’apertura di “Casa Berta” – che ospita nuclei familiari colpiti da emergenza abitativa, in prevalenza a causa di sfratti – la cooperativa sociale Dimora d’Abramo amplia ulteriormente i propri servizi nell’area della famiglia, con particolare riferimento ai nuclei madre-bambino che necessitano di forme d’accoglienza e accompagnamento per far fronte a situazioni di particolare disagio.
Proprio a questi, infatti, ha aperto le porte la Comunità don Alberto Altana, che sorge a fianco della sede della cooperativa.
Destinata, in precedenza, all’accoglienza di minori non accompagnati (oggi seguiti in comunità-appartamento) la struttura di via Normandia è ora dedicata all’accoglienza di gestanti (anche minorenni) e madri con bambini di età compresa tra gli zero e i diciassette anni che si trovino in condizioni di fragilità, di disagio o di difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali che siano riconosciute dai Servizi sociali territoriali competenti ed, eventualmente, sancite da provvedimenti del Tribunale per i minori.
“Si tratta di situazioni – spiega il presidente della Dimora d’Abramo, Luigi Codeluppi – che vengono affrontate con l’obiettivo primario di tutelare i minori e di evitare separazioni tra madre e bambino, affrontando le situazioni di difficoltà grazie a competenze diverse e ad un ambiente esclusivamente orientati a sostenere le madri e le gestanti nelle loro esigenze psicologiche e materiali e ad accompagnarle verso un’autonomia che significa, ad esempio, la ricerca di soluzioni abitative autonome, il lavoro e la formazione professionale, la conciliazione degli impegni personali con quelli genitoriali, una adeguata organizzazione del proprio tempo e dell’uso del denaro, la relazione con il territorio e le comunità”.
“I nuclei accolti – prosegue Codeluppi – sono sostenuti da un’équipe educativa e, in accordo con i Servizi sociali, per ciascuno è definito un progetto specifico che i muove lungo tre grandi direttrici: l’accoglienza abitativa temporanea, tutelata e accompagnata, il sostegno e l’accompagnamento alla convivenza, il sostegno al reinserimento nel territorio e all’acquisizione di livelli di autonomia che non richiedano più l’ospitalità in struttura”.
“Proprio a questo fine – spiega il presidente della Dimora d’Abramo – particolare attenzione è riservata al rapporto mamma-bambino, cioè all’acquisizione di quelle capacità genitoriali che assicurano la tutela del minore e consentono ad entrambi di vivere pienamente una relazione fondata sull’affetto e sulla cura”.
In questo senso – come si legge nella Carta dei Servizi della Comunità don Altana – l’accoglienza in un contesto comunitario è pensata come luogo privilegiato in cui il nucleo si misura con regole, impegni e relazioni che consentono un accompagnamento fondamentale delle madri alla cura di sé e del bambino, alla capacità di organizzarsi nelle attività più semplici (l’igiene personale, la preparazione dei pasti), arrivando progressivamente alla identificazione di aspettative e alla definizione di progetti di vita che richiedono poi altre competenze e condizioni (la sostenibilità lavorativa e abitativa, ad esempio, l’autonomia nella relazione con i servizi e il contesto territoriale) per il reinserimento sociale.
La comunità don Alberto Altana può ospitare fino ad 8 gestanti e nuclei mamma-bambino, con un numero massimo di 12 minori. Ciascun nucleo dispone di ambienti personali (8 camere su due piani) e diversi spazi comuni: dalla lavanderia ad un’ampia zona ludoteca/laboratorio, spazi relax per le eventuali visite, due punti cucina (la spesa è fatta dalle gestanti e madri accompagnate da operatori) e sala da pranzo con, anche qui, aree attrezzate garantire la personalizzazione degli ambienti.
In struttura operano 7 educatori, 1 adulto accogliente e un responsabile che coprono le ventiquattr’ore. “L’adulto accogliente – spiega Codeluppi – è una figura prevista nella normativa per l’autorizzazione al funzionamento di questa tipologia di comunità d’accoglienza, è da tempo sperimentata in alcune strutture della cooperativa e rappresenta un’interessante sinergia tra le esigenze dei servizi e la disponibilità di persone che nella maggior parte provengono da percorsi migratori che hanno incrociato i progetti d’accoglienza ed inserimento gestiti dalla cooperativa Dimora d’Abramo”.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.