L’integrazione e il dialogo tra culture sono tanto più possibili quanto più precocemente entrano in campo strumenti di dialogo e di comprensione. E’ a questo principio che si ispira il progetto europeo Erasmus+ che ha come protagonista anche la scuola dell’infanzia “Campi Soncini” di via Veneri, gestita dalla cooperativa Dimora d’Abramo e appartenente alla rete Fism.
Poco meno di un anno fa, proprio la scuola Campi Soncini aveva ospitato le scuole materne partecipanti al progetto e provenienti da Germania, Grecia e Svezia per confrontarsi sull’educazione e sulle competenze interculturali all’interno delle realtà educative che seguono i bambini in età prescolastica.
Il prossimo confronto è programmato dal 24 al 28 Febbraio a Retimo (Creta) e, a questo appuntamento, parteciperanno un insegnante e il Coordinatore della scuola di Via Veneri.
Ma qual è il senso del Progetto Erasmus+ cui ci riferiamo?
“Si lavora – sottolinea Monica Salsi, responsabile della scuola dell’infanzia Campi Soncini – sulle competenze interculturali della scuola, ed è un percorso che oggi rappresenta non solo una necessità educativa legata all’aumento del numero dei bambini nati in Italia da famiglie straniere, ma un’opportunità per costruire con le famiglie e i loro figli percorsi concreti di partecipazione e promozione di inclusione educativa e sociale”.
Proprio per questo, il progetto europeo prevede una serie di incontri (quello avvenuto a Reggio Emilia nel marzo 2019 è stato il secondo) tra nidi e scuole dell’infanzia “per uno scambio di metodi educativi e lo sviluppo – spiega Monica Salsi – di competenze e pratiche interculturali che hanno per protagonisti i bambini e le famiglie, direttamente coinvolte in percorsi e azioni che consentono di ricercare un significato comune, ad esempio, attorno a ciò che nelle diverse culture appare diverso e rischia di frenare comprensione e integrazione e, nel tempo, di alimentare contrapposizioni e conflitti”.
La scuola dell’infanzia Campi Soncini di via Veneri è oggi frequentata da 74 bambini di 17 nazionalità diverse, seguiti da 7 insegnanti ed educatori; è lo specchio, in sostanza, di quell’ampia porzione di città che dopo anni di intensi movimenti migratori in entrata e in uscita, ha raggiunto un equilibrio e una stabilità che rendono possibile un più efficace lavoro di integrazione, sorretto da buone relazioni tra famiglie e culture diverse che hanno molto a che fare proprio con i percorsi educativi dei bambini.
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