Sono 79 i ragazzi dell’istituto Matilde di Canossa coinvolti nel progetto “Vite oltre il destino: storie di giovani rifugiati nell’incontro con la città solidale”, nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Dimora d’Abramo, il Comune di Reggio Emilia e lo stesso istituto secondario superiore reggiano.
Si tratta di un percorso di sensibilizzazione, riflessione, ma anche di lavoro sulle tematiche migratorie che durerà sino a maggio e rientra nell’ambito del Progetto Sai di Reggio Emilia.
“Questa iniziativa – sottolinea il presidente della cooperativa Dimora d’Abramo, Luigi Codeluppi – si muove nel solco delle iniziative già realizzate nell’ambito del Sai (Sistema Accoglienza Integrazione, ex Sprar) del Comune di Reggio Emilia, che hanno portato, tra l’altro, alla realizzazione di alcuni video che hanno per protagonisti giovani accolti nel nostro territorio e alla diffusione del libro “Profughi” dello scrittore Piergiorgio Paterlini”.
Presentato poco meno di un anno fa, il libro (edito da Pendragon all’interno della collana “MarRosso, nata dalla collaborazione con Dimora d’Abramo) dà voce a 10 giovani migranti che si raccontano nelle loro storie di sofferenza, di fuga dalle terre d’origine, di accoglienza e di speranze rinate in un’altra terra, quella reggiana.
Nel percorso di sensibilizzazione e lavoro, come si è detto, sono coinvolti 79 giovani del Matilde di Canossa (due quarte e una quinta superiore).
Due le fasi del progetto. Nella prima sono previsti alcuni incontri (il primo già avvenuto) con il responsabile del Sai Reggio Emilia, Francesco Rossi, che illustrerà le caratteristiche del servizio di accoglienza, le sue finalità e le modalità di sostegno assicurate alle persone accolte. La fase di sensibilizzazione proseguirà poi con lo scrittore Piergiorgio Paterlini, che parlerà del senso del lavoro realizzato e di una metodologia che ha portato ad assegnare l’assoluto ruolo protagonista ai richiedenti asilo. In continuità con l’opera e la centralità delle storie, alcuni beneficiari andranno a testimoniare direttamente in classe il loro percorso migratorio.
Nella seconda fase del progetto, gli studenti saranno impegnati su un elaborato personale che ogni studente plasmerà insieme agli insegnanti di riferimento.
“Così articolato, il progetto – spiega il responsabile del Sai Reggio Emilia, Francesco Rossi – copre tre aree che riteniamo molto importanti per gli studenti impegnati: il “sapere”, proprio nel senso del conoscere, il “saper essere” nell’incontro con l’altro e, infine, il “saper fare”, traducendo in un’opera multimediale (che potrà essere anche presentata pubblicamente) ciò che si è appreso e ciò che si è vissuto”.
Il progetto osserva il dirigente scolastico del Matilde di Canossa, Daniele Cottafavi – affronta un tema di grande importanza per la formazione dei futuri cittadini. Rientra infatti appieno titolo nelle attività previste per l’educazione civica. Il tema è di grande attualità anche alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni a seguito del conflitto Russo-Ucraino che tanto drammaticamente sta sconvolgendo la vita di migliaia di persone”.
“I ragazzi – conclude Cottafavi – potranno certamente mettere a frutto le competenze maturate nel corso de progetto anche per favorire l’accoglienza e l’integrazione nella scuola di coetanei provenienti dalle terribili esperienze della guerra”.
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